Presentato il docufilm "Il primo sbarco"
- di Ylenia Emanuela Fichera
- 18 ago 2025

L’11 agosto scorso, all'albergo Baia Verde di Catania, in occasione dell'anniversario del tragico sbarco avvenuto a Catania il 10 agosto 2013, la Comunità di Sant'Egidio ha presentato "Il primo sbarco" un docufilm che racconta gli anni dell'accoglienza in Sicilia grazie alle testimonianze di Mons. Matteo Zuppi, Giovanni Salvi, Enzo Bianco, istituzioni uomini di fede e cittadini comuni.
La conferenza, moderata da Raffaella Tregua, Direttrice dell’Ods.it, si aperta sulla vicenda tragica dello sbarco, proseguendo col ricordo nitido della moderatrice del lutto cittadino proclamato da l’ormai ex sindaco di Catania Enzo Bianco in ricordo dei sei ragazzi che persero la vita durante l’alba di San Lorenzo di quell’anno: “La proclamazione del lutto cittadino fece capire che non c’è diversità nella vita così come non c’è diversità nella morte”.
Chiaro è il messaggio che Raffaella Tregua ha espresso attraverso queste parole: ogni persona ha una dignità propria, ogni vita ha un valore unico e nulla, neanche la morte, può privare un individuo di ciò.
“Bisogna ricordare i valori,” ha aggiunto la moderatrice rifacendosi alle parole di Papa Francesco, “che possono essere sintetizzati nel valore dell’abbraccio”. Questo gesto non può far altro che ricondurre all’accoglienza diventando simbolo dell’apertura verso l’altro, superando pregiudizi e ostilità.
“Questi valori camminano al fianco di un sogno: quello di una vita migliore e la speranza di realizzarlo” Conclude così l’intervento della moderatrice.
A proseguire con il proprio intervento è stato Dario Monteforte, proprietario del Lido Verde, luogo dello sbarco. La viva testimonianza di Dario, primo soccorritore durante l’accaduto, ha aiutato non soltanto a ricostruire la trama degli avvenimenti di quel giorno, ma a rendere coscienti e sensibili dinanzi al delicato tema dell’immigrazione.
Ha ricordato a tutti gli ascoltatori che quelle persone, arrivate sulla riva del suo lido, spaventate e preoccupate “Fuggivano da luoghi dove la speranza era scomparsa”.
Nel rammentare la scena Dario Monteforte ha condiviso il profondo sentimento d’angoscia che lo accompagna nel rivivere certe memorie, e il difficile ma necessario percorso per trasformare il dolore in conoscenza, compiendo “un passo verso un’umanità più consapevole”.
“Un mondo più umano non solo è possibile, ma è anche necessario. Dobbiamo essere noi la voce di quanti non ne hanno più”.
Alle parole di Dario Monteforte hanno fatto seguito quelle di Enzo Bianco, già sindaco di Catania, il quale ha raccontato la prontezza di Catania e dei suoi cittadini nel pronto intervento: “Catania ha affrontato con dignità la situazione”.
Ha condiviso, poi, con i presenti il progetto tenutosi anni addietro con il L’accademia delle belle arti di Catania, per la commemorazione della morte delle 13 donne che persero la vita in mare nel tentativo di raggiungere le nostre coste e alle quali fu dedicato una tomba multipla su cui furono scolpiti i versi della poesia “Migranti”, per dare ad ognuna di loro non un semplice numero di identificazione, ma qualcosa di più significativo.
A seguire la testimonianza di Emmanuel Olugbade, un ragazzo di Giovani per la pace, il quale, raccontando della sua personale esperienza, ha spiegato l’importanza del dare aiuto: “it’s more blessed to give than to receive. C’è più gioia nel dare che nel ricevere”.
Ed è proprio quello che ha testimoniato Emmanuel che grazie alla sua attività personale di parrucchiere non smette mai di aiutare chi più ne ha bisogno, incarando così l’esempio della rinascita e della speranza.
A concludere gli interventi è Emiliano Abramo, presidente della comunità di sant’Egidio, il quale invita i presenti tutti a riflettere sul senso e sul valore dell’amicizia, un’arma contro l’indifferenza: “L’amicizia è una cosa seria, è vera se gratuita.” continua poi: “La diffidenza è l’ambiguità del cuore. Dobbiamo nutrire un senso del debito poiché non è mai troppo tardi per restituire qualcosa agli altri”.
Il tutto si è concluso con la visione del Docufilm prodotto da Officina della Comunicazione con la regia di Omar Pesenti.
Ad oggi, parlare di immigrazione è importante. Cosa ancora più importate è agire adeguatamente: il 13 agosto a Lampedusa è avvenuto un altro sbarco portando anche questa volta con sé numerose vittime: “Non c’è consolazione per noi nel distrarci, nell’indifferenza, ma soprattutto ci scordiamo che non siamo noi le vittime di questi viaggi ma i migranti e le loro famiglie. Bisogna rivedere le leggi nazionali e gli accordi europei, ci vogliono corridoi umanitari e vie legali ma ancora prima serve un rinnovato cuore nel leggere i drammi degli altri, una voglia umile e sana di combattere egocentrismo, scarsa informazione ed indifferenza che questo tempo propina come anestetizzante al male, ma le morti in mare non si bloccano così, tantomeno una società umana si costruisce così”. Queste sono le parole di Emiliano, ancora una volta pronto a metterci davanti la realtà delle cose.
Per quanto tempo ancora il tema dell’immigrazione dovrà essere un tabù?
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