In un tempo in cui la famiglia è spesso ferita, disgregata o messa in discussione, la figura di Santa Rita da Cascia torna a parlare con forza e delicatezza. La sua vita, vissuta tra le mura domestiche prima che in convento, è un invito a riscoprire la bellezza della fedeltà, la forza del perdono e il coraggio dell’amore silenzioso.

Nata nel 1381 a Roccaporena, Rita fu moglie e madre in un’epoca in cui le donne avevano pochi diritti e molte attese sulle spalle. Sposata giovanissima a un uomo violento, non rispose mai con  l’odio o la rassegnazione, ma con la dolcezza, la pazienza e la preghiera. Proprio come l’Amore descritto da San Paolo in  1 Corinzi 13 dove perdono, fiducia e speranza sono il suo statuto: l’Amore è la bellezza del misterioso donarsi gratuitamente. L’Amore quotidiano e tenace di Rita fu capace di convertire il cuore del marito, che finì per cambiare vita prima della sua morte tragica. La sua storia è attraversata da dolore, sì, ma anche da una luce più forte del dolore: quella della speranza, della riconciliazione, della pace. Non a caso, oggi Santa Rita è invocata come patrona delle cause impossibili, ma anche come modello di donna che non si è mai arresa alla durezza della vita. In un mondo che spesso promuove relazioni “usa e getta”, che promuovono l’indifferenza ed in cui l’amore sembra valere solo finché fa comodo, Santa Rita ricorda che l’amore vero è dono, sacrificio, fedeltà anche quando costa. Non un amore passivo, ma un amore attivo, che costruisce ponti, guarisce ferite, genera pace. Celebrare Santa Rita oggi, significa rimettere al centro la bellezza e la dignità dell’essere donna, sposa e madre. Significa anche riconoscere che la famiglia è ancora il primo luogo dove si impara ad amare, perdonare, rialzarsi. E forse, mai come in questo tempo, abbiamo bisogno di figure come la sua. Donne forti, silenziose, luminose. Donne che fanno la differenza amando.